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Riorganizzazione del Ministero della Giustizia, mercati regolamentati e cooperazione penale tra Stati all’attenzione di Palazzo Chigi

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Riorganizzazione del Ministero della Giustizia, mercati regolamentati e cooperazione penale tra Stati all’attenzione di Palazzo Chigi

Il Consiglio dei Ministri n. 70 si è tenuto a Palazzo Chigi venerdì 30 ottobre.

Riorganizzazione del Ministero della Giustizia. Tra le disposizioni approvate, il Governo ha dato il via libera definitivo ad un regolamento, da adottarsi con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, che introduce modifiche al regolamento di riorganizzazione del Ministero della Giustizia di cui al d.P.C.M. n. 84/2015 in materia di articolazioni decentrate dell’organizzazione giudiziaria.

Come si legge nel comunicato del Governo, «l’intervento si è reso necessario per le recenti modifiche apportate alla disciplina concernente le articolazioni decentrate del Ministero della giustizia, con particolare riguardo al modello di gestione degli immobili sede di uffici giudiziari e alle spese di funzionamento degli stessi. Il nuovo modello di decentramento si basa su articolazioni periferiche di livello dirigenziale non generale, in luogo di quelle di livello generale, strutturalmente e funzionalmente dipendenti dall’amministrazione centrale ed autonome rispetto agli uffici giudiziari».

Offerta pubblica, ammissione ai mercati regolamentati e fondi comuni monetari. Il CdM ha approvato, in esame preliminare, un decreto legislativo che introduce norme di adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del Regolamento (UE) 2017/1129 relativo al prospetto da pubblicare per l’offerta pubblica o l’ammissione alla negoziazione di titoli in un mercato regolamentato e alle disposizioni del Regolamento (UE) 2017/1131 sui fondi comuni monetari.

Il Regolamento (UE) 2017/1129, c.d. “Regolamento prospetto”, stabilisce «i requisiti relativi alla redazione, all’approvazione e alla diffusione del prospetto da pubblicare per l’offerta pubblica di titoli o la loro ammissione alla negoziazione in un mercato regolamentato che ha sede o opera in uno Stato membro». Con la riforma, si mira a ridurre la frammentazione dei mercati finanziari, diversificare le fonti di finanziamento, rafforzare i flussi di capitale transfrontalieri e agevolare la raccolta sui mercati. In particolare «il regolamento prevede per tutti i tipi di emittenti norme di informativa uniformi e adeguate alle specifiche esigenze e rende il prospetto uno strumento più pertinente per informare i potenziali investitori. Le norme si concentrano in maniera particolare su quattro tipi di emittenti: emittenti già quotati in un mercato regolamentato o in un mercato di crescita per le PMI, che vogliono raccogliere ulteriori capitali mediante un’emissione secondaria; piccole e media imprese; emittenti frequenti di tutti i tipi di titoli; emittenti di titoli diversi dai titoli di capitale».

Il Regolamento (UE) 2017/1131 introduce invece norme comuni per aumentare la liquidità dei fondi comuni monetari (FCM) e garantire una struttura stabile, nonché per introdurre un livello minimo di attività liquide giornaliere e settimanali. È prevista «una politica standardizzata che consente al gestore del fondo di conoscere meglio i propri investitori». Sono previste anche «norme volte a garantire che i fondi investano in attività ben diversificate e di elevata qualità, in particolare sotto il profilo dell’affidabilità creditizia, tramite l’introduzione di regole di valutazione chiare e armonizzate. Queste misure garantiscono che la liquidità degli FCM sia adeguata a soddisfare le richieste di riscatto degli investitori. Infine, una regola comune sui rating garantisce che i gestori dei fondi e gli investitori cessino di affidarsi a quelli emessi da soggetti esterni, che potrebbero danneggiare il funzionamento del mercato monetario in caso di declassamenti. Queste misure sono accompagnate dal rafforzamento dei requisiti di trasparenza tesi a garantire che l’investitore comprenda correttamente il profilo di rischio e rendimento del suo investimento».

Mandato d’arresto europeo e procura europea. Il Governo, su proposta del Ministro per gli affari europei e del Ministro della Giustizia, ha approvato, in esame preliminare, due decreti legislativi relativi, rispettivamente, all’adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni della decisione quadro 2002/584/GAI sul mandato d’arresto europeo e sulle procedure di consegna tra Stati membri, e all’attuazione della cooperazione rafforzata tra Stati sull’istituzione della Procura europea, che avrà il compito di condurre indagini, esercitare l’azione penale e partecipare ai processi relativi ai reati che ledono gli interessi finanziari dell’Unione e consentirà una più efficace lotta alla criminalità.

Quanto al mandato d’arresto europeo, il decreto approvato provvede all’adeguamento della normativa interna alle disposizioni comunitarie, in particolare riguardo ai motivi di non esecuzione facoltativa del mandato stesso, in virtù del principio del mutuo riconoscimento e la salvaguardia dei princìpi fondamentali dell’ordinamento e tenuto conto del principio di presunzione del rispetto dei diritti fondamentali da parte degli altri Stati membri. Possono continuare ad applicarsi accordi o intese bilaterali o multilaterali vigenti al momento dell’adozione della decisione quadro se contribuiscono a semplificare o agevolare ulteriormente la consegna del ricercato.