La macellazione ‘halal’ è tutelata dalla libertà di religione ma non può derogare alle norme sulla tutela degli animali
La normativa dell’Unione Europea opera infatti un «bilanciamento tra la libertà di religione e le esigenze in materia di tutela della salute umana, del benessere degli animali e della sicurezza degli alimenti».
La vicenda. Lo ha affermato l’Avvocato Generale della CGUE, Nils Wahl, nelle conclusioni generali del 30 novembre 2017 relative alla causa C-426/16.
Fulcro della questione è la festa musulmana del sacrificio che viene celebrata ogni anno per tre giorni e che vede i praticanti adempiere al dovere religioso di macellare o far macellare, preferibilmente il primo giorno della festa, un animale, la cui carne viene poi consumata in famiglia e distribuita tra i poveri, i vicini e i familiari più lontani. La legislazione belga prevedeva che le macellazioni previste da riti religiosi potessero essere effettuate solo in macelli riconosciuti o temporanei su autorizzazione del Ministro competente. Dal 2014 però il Ministro per il benessere degli animali «ha annunciato che non avrebbe più rilasciato autorizzazioni a locali temporaneamente adibiti alla macellazione, in quanto siffatte autorizzazioni sarebbero contrarie al diritto dell’Unione, e segnatamente alle disposizioni del regolamento dell’Unione relativo alla protezione degli animali durante l’abbattimento» (Regolamento (CE) n. 1099/2009). Diverse associazioni musulmane e moschee hanno dunque agito in giudizio mettendo in discussione la legittimità di tale Regolamento invocando la libertà di religione.
Bilanciamento. La questione è dunque giunta all’attenzione della Corte lussemburghese. L’Avvocato Generale ha in merito affermato che «la regola secondo la quale la macellazione, in linea di principio, può essere realizzata solo in macelli riconosciuti, è una regola del tutto neutra, che si applica indipendentemente dalle circostanze e dal tipo di macellazione scelta». La normativa europea opera infatti un corretto «bilanciamento fra la libertà di religione, da un lato, e i requisiti risultanti, segnatamente, dalla tutela della salute umana, del benessere degli animali e della sicurezza alimentare, dall’altro».
Fermo restando che il rito della macellazione costituisce precetto religioso indubbiamente tutelato dalla libertà di religione, l’Avvocato sottolinea che «le associazioni musulmane e le organizzazioni di coordinamento di moschee non sostengono che l’obbligo di procedere alle macellazioni rituali in un macello sia di per sé incompatibile con le loro credenze religiose». In conclusione «non sussista alcun argomento convincente per ritenere che la normativa dell’Unione, che è del tutto neutra e di applicazione generale, sia costitutiva di una limitazione della libertà di religione».