Il mancato inserimento del numero REA in una fattura elettronica non obbliga all’emissione di una nota di variazione, per porvi rimedio, ma espone comunque al rischio di sanzioni amministrative trattandosi di un dato che deve necessariamente essere inserito negli atti e nella corrispondenza delle società soggette all’obbligo dell’iscrizione nel registro delle imprese (risp. AE del 26 giugno 2019, n. 208).

Il caso. Il contribuente è una società di software che, a causa di un errore nei programmi, ha fatto spedire al Sistema di Interscambio (SdI) e regolarmente contabilizzare 1500 fatture, appartenenti a 80 differenti soggetti, prive dei dati di iscrizione al repertorio delle notizie economiche ed amministrative (prive di tag 1.2.4 ). Contattati gli operatori telefonici dell’Agenzia delle Entrate e SDI la soluzione prospettatagli è stata quella di emettere una nota di credito per ciascun documento errato (ovvero privo del tag ) con successiva riemissione del documento corretto e spedizione al SDI». Tramite interpello, il contribuente chiede alle Entrate delucidazioni su come comportarsi.

Le indicazioni delle Entrate. L’assenza del numero REA, non trattandosi di un elemento richiesto nelle fatture (art. 21, DPR n. 633/1972), né da alcuna norma che riguarda imposte, tributi o aspetti fiscali, non ha riflessi in termini di documentazione delle operazioni e non obbliga all’emissione di alcuna nota di variazione. Trattandosi, però, di un dato che le società soggette all’obbligo dell’iscrizione nel registro delle imprese sono tenute a indicare nella corrispondenza e negli atti delle società, tra cui rientrano anche le fatture, il mancato inserimento comporta la sanzione amministrativa pecuniaria da 103 a 1.032 euro (artt. 2625 e 2630 c.c.).

(Fonte: fiscopiu.it)

Qui la risposta dellAgenzia delle Entrate del 26 giugno 2019, n. 208/E