Autostrade: il sistema Tutor deve essere disattivato
Fumus e periculum. L’istanza era fondata, da un alto, sulla gravità delle conseguenze della rimozione del sistema di rilevamento della velocità per la sicurezza e l’incolumità degli automobilisti di fronte alla perdita di efficacia dissuasiva del Tutor, dall’altro, sul danno economico che subirebbe la società. Il fumus invocato riguardava invece la fondatezza del ricorso presentato per la cassazione della sentenza n. 2275/18.
La Corte capitolina, con ordinanza depositata il 21 maggio, ha però rigettato l’istanza.
Fermo restando che, nelle more del procedimento (pendente ora dinanzi alla Corte di Cassazione su ricorso di Autostrade), l’esecutività della sentenza di appello può essere sospesa in presenza di un potenziale danno grave ed irreparabile, i giudici hanno escluso la fondatezza dei motivi dedotti dalla società.
In primo luogo, quello della tutela della sicurezza ed incolumità degli automobilisti, è un interesse di cui Autostrade per l’Italia non può dirsi portatore, essendo valori sottoposti alla cura dello Stato.
In relazione al dedotto pericolo economico, la Corte precisa che le modalità esecutive dalla sentenza nulla specificavano in ordine alla necessità di distruzione fisica del sistema o alla semplice disattivazione del software, soluzione certamente suscettibile di essere successivamente reintegrata in caso di esito positivo del giudizio di legittimità. Non essendo dunque il danno paventato caratterizzato da irreparabilità e gravità, la Corte ha rigettato l’istanza. Autostrade deve dunque procedere allo “spegnimento” del sistema Tutor in attesa della parola dei Giudici di legittimità.