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Law-Firm News

LAW FIRM - STUDIO LEGALE PAOLO SPATARO > Law-Firm News (Page 108)

Responsabilità medica: quando le conclusioni tecnico-scientifiche dei consulenti non sono tra loro compatibili, il giudice deve disporre una perizia

«[…] qualora sussistano, in relazione a pluralità di indagini svolte da periti e consulenti, tesi contrapposte sulla causalità materiale dell’evento, il giudice, previa valutazione dell’affidabilità metodologica e dell’integrità delle intenzioni degli esperti, che dovranno delineare gli scenari degli studi e fornire adeguati elementi di giudizio, deve accertare, all’esito di un’esaustiva indagine delle singole ipotesi formulate dagli esperti, la sussistenza di una soluzione sufficientemente affidabile, costituita da una metateoria frutto di una ponderata valutazione delle differenti rappresentazioni scientifiche del problema, in grado di fornire concrete, significative ed attendibili informazioni idonee a sorreggere l’argomentazione probatoria inerente allo specifico caso esaminato. Altrimenti potendo...

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Il gestore ‘di fatto’ risponde solo se ha concretamente agevolato l’illecito

Affinché il consulente/gestore di fatto di una società possa essere ritenuto responsabile del reato di attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti, occorre che abbia posto in essere atti tipici di gestione, offrendo così un contributo obiettivo alle decisioni adottate da chi ha posto in essere la condotta illecita, nella consapevolezza delle implicazioni del comportamento tipico del soggetto qualificato.  
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Il diniego di ammissione al gratuito patrocinio non può fondarsi solo sulla valutazione del certificato penale dell’istante

In materia di ammissione al patrocinio a spese dello Stato, «il mero riferimento alla sussistenza di numerosi precedenti penali contro il patrimonio non consente di fondare la presunzione di non meritevolezza del beneficio, ma è necessario che il giudice espliciti le ragioni per le quali l’istante debba ritenersi percettore di redditi, seppur non dichiarati e di provenienza illecita, attraverso il confronto tra il tenore di vita dello stesso e le dichiarazioni fiscali».  
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Riesame del trattenimento dello straniero: quando può essere evitata l’udienza di comparizione?

Nella sentenza in esame, la Suprema Corte ha affermato il principio di diritto secondo cui, in caso di riesame del trattenimento, o di proroga, è possibile evitare l’udienza di comparizione, con provvedimento adeguatamente motivato dal giudice, che dia atto della superfluità dell’incombente, alla luce dell’istruttoria già compiuta, dovendo necessariamente concedere, in tal caso, alle parti un termine per il deposito di memorie scritte, consentendo così la piena esplicazione del contraddittorio.  
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Fino a quando è possibile trattenere lo straniero che abbia chiesto la protezione internazionale per ritardare l’esecuzione dell’espulsione?

La Suprema Corte afferma il principio di diritto in base al quale il trattenimento dello straniero che abbia presentato domanda di protezione internazionale allo scopo di ritardare o eludere l’esecuzione del provvedimento di espulsione è consentito per un periodo massimo corrispondente al termine entro cui deve essere esaminata la domanda di protezione internazionale, termine che coincide con quello di 14 giorni dalla presentazione di quest’ultima.  
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Sì alla protezione internazionale per lo straniero se emergono nuovi elementi legittimanti la sua richiesta

Si espone al sospetto di incostituzionalità, al lume dell’art. 117 Cost. per contrasto con norme eurounitarie (Direttiva 2013/32/UE, artt. 40 e 41) il previgente art. 29 -bis d. lsg. n. 25/2008 nella parte in cui prevede che la domanda reiterata, per il solo fatto di essere stata presentata in pendenza di procedura espulsiva, debba essere dichiarata automaticamente inammissibile, sena effettuare quella valutazione preliminare richiesta dalla normativa comunitaria che permetterebbe di valutare adeguatamente, nel pieno rispetto del diritto della persona, se effettivamente la prima domanda reiterata sia stata presentata con il solo scopo di eludere o ostacolare l’esecuzione dell’espulsione, oppure se...

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La violenza indiscriminata come condizione per il riconoscimento della protezione sussidiaria dello straniero

La condizione indefettibile per il riconoscimento della protezione sussidiaria, accordata anche ai soggetti che non beneficino dello status di rifugiato, è la sussistenza, nel suo Paese o regione d’origine, di una situazione di conflitto armato interno o internazionale, che abbia raggiunto un livello talmente elevato di violenza indiscriminata, da far ritenere che il richiedente, se rinviato in tale Paese, per il solo fatto di esservi fisicamente presente, finirebbe per essere effettivamente esposto ad una minaccia grave e individuale alla sua vita o alla sua persona (sentenze n. 18306/2019 e 22637/2020).  
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