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Law-Firm News

LAW FIRM - STUDIO LEGALE PAOLO SPATARO > Law-Firm News (Page 143)

Misure alternative e stato di salute del condannato: i presupposti necessari alla luce della normativa COVID

La Corte di Cassazione ribadisce che in base agli artt. 2 e 3 del d.l. n. 29/2020, per la concessione delle misure alternative della detenzione domiciliare e del differimento della pena per motivi di salute, per ragioni connesse all’attuale emergenza epidemiologica, è necessario acquisire il parere del Procuratore distrettuale antimafia del luogo in cui il reato è stato commesso e quello del Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, oltre alla consultazione del Presidente della Giunta regionale ai fini della valutazione della situazione sanitaria locale e all’acquisizione di informazioni da parte del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria.  
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Le Sezioni Unite definiranno a chi debba essere notificata l’ordinanza del Magistrato di Sorveglianza ai sensi dell’art. 69-bis o.p.

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 35782/20, del 14 dicembre, rimette al Massimo Consesso una questione piuttosto tecnica, ma di fondamentale importanza per il diritto penitenziario, inerente i soggetti cui spetti la notifica della decisione assunta dall’organo monocratico di sorveglianza, capace di incidere in modo significativo sulla durata della pena e, dunque, la qualificazione dell’atto con il quale possa contestarsi tale valutazione.
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Qual è il rito applicabile alle controversie aventi ad oggetto solo la domanda di protezione umanitaria?

La Corte di Cassazione riordina la normativa relativa ai riti applicabili in materia di protezione internazionale e protezione umanitaria, specificando che per quelle che hanno ad oggetto solo la domanda di quest’ultima (qualora sia stata presentata dopo l’entrata in vigore del d.l. n. 13/2017 ma prima del d.l. n. 113/2018) si applica il rito ordinario ovvero, a scelta del richiedente e sempre che ne ricorrano i presupposti, il procedimento sommario di cognizione.  
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Non c’è litisconsorzio necessario se nessuno dei coeredi è ancora in causa

Nell’ipotesi in cui uno dei coeredi del defunto si costituisca in prosecuzione volontaria ovvero il processo venga riassunto nei confronti di uno o di alcuni fra i coeredi, l’art 110 c.p.c. impone la prosecuzione nei confronti di tutti. Diversamente, se nessuno dei coeredi è ancora in causa non si può configurare una situazione di litisconsorzio necessario e, quindi, non si può porre un problema di integrazione del contraddittorio che presuppone la presenza in giudizio di almeno uno dei litisconsorti.  
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Procedimento cautelare, spese processuali e mezzi di impugnazione

«Nel procedimento cautelare (e nel procedimento possessorio, in quanto compatibile) proposto prima dell’entrata in vigore della l. n. 69/2009, l’ordinanza collegiale sul reclamo ex art. 669-terdecies c.p.c. era impugnabile, quanto alla statuizione sulle spese, con l’opposizione di cui all’art. 645 c.p.c., richiamato dall’art. 669-septies, terzo comma, c.p.c. nel testo anteriore alle modifiche introdotte dalla stessa legge n. 69/2009 (mezzo preclusivo del ricorso straordinario per cassazione)».
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I chiarimenti della Cassazione sulla giurisdizione per condotte transfrontaliere contrarie alla correttezza professionale

Le Sezioni Unite Civili, con l’ordinanza n. 28675 del 15 dicembre 2020, hanno fornito delle coordinate ermeneutiche sul corretto radicamento della giurisdizione rispetto a delle controversie transfrontaliere sorte a seguito di comportamenti ritenuti contrari agli standard di correttezza professionale.  
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Il credito della società estinta che non compare nel bilancio finale di liquidazione può considerarsi estinto?

La remissione del debito, quale causa di estinzione delle obbligazioni esige che la volontà abdicativa del creditore sia espressa in modo inequivoco; un comportamento tacito, pertanto, può ritenersi indice della volontà del creditore di rinunciare al proprio credito solo quando non possa avere alcun’altra giustificazione razionale, se non quella di rimettere al debitore la sua obbligazione.
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A chi spetta la giurisdizione in presenza di più clausole di proroga confliggenti tra loro?

Le Sezioni Unite Civili affermano che il criterio della prevalenza della clausola di proroga della giurisdizione non opera quando il rapporto giuridico tra le parti è regolato da diversi contratti contenenti più clausole confliggenti ovvero interferenti nella scelta del giudice nazionale, tornando prioritario in tal caso il criterio dell’attribuzione della decisione sulla giurisdizione all’autorità adita per prima.  
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