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Law-Firm News

LAW FIRM - STUDIO LEGALE PAOLO SPATARO > Law-Firm News (Page 179)

I fini pubblici dell’ente devono essere ispirati ai criteri di economicità ed efficacia

La Corte dei conti, nell'ambito della sua giurisdizione, può e deve verificare la compatibilità delle scelte amministrative con i fini pubblici dell’ente, che, ai sensi dell'art. 1, legge del 7 agosto 1990, n. 241, devono essere ispirati a criteri di economicità e di efficacia e assumono rilevanza sul piano della legittimità, non della mera opportunità, dell'azione amministrativa.  
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Protezione internazionale e violazione del dovere di cooperazione istruttoria: gli oneri del richiedente

Il richiedente la protezione internazionale che intenda denunciare in sede di legittimità la violazione da parte del giudice di merito del dovere di cui all’art. 8, comma 3, d.lgs. n. 25/2008, ha l’onere di allegare, a pena di inammissibilità, l’esistenza e indicare gli estremi delle COI che secondo lui se fossero state esaminate avrebbero cambiato l’esito del giudizio.  
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Mediazione in tempi di COVID: la soluzione del Tribunale di Bologna

Fissata l’udienza per la verifica dell’esito della mediazione al 28 gennaio 2021 ed in ragione del «verosimile protrarsi dell’obbligo di rispettare, anche a quella data (28 gennaio 2021), le misure di distanziamento e di evitare gli assembramenti», il giudice ha dato la possibilità alle parti di depositare «una estremamente sintetica memoria autorizzata, articolata per punti, con la quale prendere posizione in ordine alle deduzioni di controparte, riferire in ordine all’esito delle trattative per una definizione amichevole della controversia e formulare o confermare le istanze ai fini dell’eventuale prosieguo del processo».
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Protezione umanitaria: il carattere ‘aperto’ dei motivi deve essere accompagnato da un’effettiva situazione di vulnerabilità

Inammissibile il ricorso in Cassazione presentato da un cittadino del Ghana corredato da motivi “aperti”, in quanto non trova riscontro effettivo nella condizione di vulnerabilità da lui lamentata, non sussistendo nel Paese d’origine una situazione di violenza indiscriminata ovvero di deprivazione dei diritti umani fondamentali tale da giustificare la concessione della protezione umanitaria.  
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La Cassazione torna sul dovere di cooperazione istruttoria del giudice in caso di richiesta di protezione internazionale

In virtù dell’art. 3, comma 5, d.lgs. n. 251/2007, il giudice ha il dovere di procedere ad una valutazione complessiva e non atomistica della narrazione ed una "generale attendibilità" del richiedente asilo, rispetto alla quale deve essere valorizzato anche il "beneficio del dubbio". La valutazione delle condizioni del paese di origine deve essere basata su fonti informative ufficiali ed aggiornate alla data della decisione e, soprattutto, non riferite genericamente all’area geografica di appartenenza ma alla regione di provenienza del richiedente.  
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Concessione del permesso di soggiorno per motivi umanitari: la condizione di vulnerabilità del richiedente

Decidendo sul ricorso proposto dallo straniero avverso il diniego del permesso di soggiorno per motivi umanitari, la Corte di Cassazione, con ordinanza n. 22528/20, ha fatto chiarezza sulla valutazione comparativa oggetto del giudizio di bilanciamento funzionale al riconoscimento della protezione umanitaria, con particolare attenzione alla condizione di vulnerabilità del richiedente.
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Ricorso per cassazione: c’è responsabilità aggravata se i motivi dichiarati infondati sono gli stessi dichiarati inammissibili in appello

In tema di responsabilità aggravata ex art. 96, comma 3, c.p.c., costituisce abuso del diritto di impugnazione, integrante colpa grave, la proposizione di un ricorso per cassazione basato su motivi manifestamente infondati, in ordine a ragioni già formulate nell’atto di appello, espresse attraverso motivi inammissibili, poiché pone in evidenza il mancato impegno della doverosa diligenza ed accuratezza nel reiterare il gravame.
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L’estinzione della società non comporta l’automatica cessazione del giudizio

L'estinzione di una società conseguente alla sua cancellazione dal registro delle imprese, ove intervenuta nella pendenza di un giudizio dalla stessa originariamente intrapreso, non determina anche l'estinzione della pretesa azionata, salvo che il creditore abbia manifestato, anche attraverso un comportamento concludente, la volontà di rimettere il debito comunicandola al debitore e sempre che quest'ultimo non abbia dichiarato, in un congruo termine, di non volerne profittare.
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