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Law-Firm News

LAW FIRM - STUDIO LEGALE PAOLO SPATARO > Law-Firm News (Page 249)

Falcidia dei crediti privilegiati e ordine delle cause di prelazione

In tema di concordato preventivo, a norma dell’art. 160, comma 2, l. fall., il soddisfacimento parziale dei creditori muniti di privilegio generale può trovare giustificazione solo nell’incapienza del patrimonio mobiliare del debitore, sicché il soddisfacimento dei creditori chirografari non può che dipendere, in tal caso, dalla presenza di beni immobili (ovviamente per la parte che non è deputata a garantire i creditori che vantino un titolo di prelazione su di essi) o da liquidità estranee al patrimonio del debitore stesso.
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Contratto di fideiussione tra persona fisica e ente creditizio: si applica il foro del consumatore?

Ai fini dell’individuazione del foro del consumatore, il giudice di merito è chiamato a verificare, secondo tutte le circostanze concrete, se il contraente possa essere qualificato come consumatore, nozione che risponde al criterio funzionale consistente nel valutare se il rapporto contrattuale in esame rientri nell’ambito di attività estranee all’esercizio di una professione.
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Il silenzio della sentenza sulle spese del CTU non può mai considerarsi ‘concludente’

E’ affetta dal vizio di omessa pronuncia la sentenza d’appello che, accogliendo il gravame e accollando le spese di lite alla parte soccombente, taccia sulla sorte delle spese della consulenza tecnica d’ufficio eseguita nel primo grado di giudizio, a nulla rilevando che tali spese abbiano già formato oggetto di liquidazione con decreto motivato, ex art. 168 d.p.r. 115/02.
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Il debitore garantito da ipoteca sul bene di un terzo non è legittimato passivo dell’azione esecutiva che abbia ad oggetto tale immobile

Nell'espropriazione contro il terzo proprietario, il debitore diretto non è legittimato passivo dell'azione esecutiva e il pignoramento va notificato e trascritto esclusivamente nei confronti del terzo, perché ha come unico oggetto il bene di proprietà di quest'ultimo. Tuttavia il debitore diretto resta parte necessaria del procedimento esecutivo, cui partecipa a titolo diverso da quello del terzo proprietario, e in tale veste dev'essere sentito ogni volta che le norme regolatrici del procedimento prevedano questa garanzia nei suoi confronti
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Fallimento del debitore esecutato dopo l’ordinanza di assegnazione: nessun effetto sul procedimento esecutivo

Nell’espropriazione presso terzi di crediti, il fallimento del debitore esecutato, dichiarato dopo la pronuncia dell’ordinanza di assegnazione di cui all’art. 533 c.p.c., e nelle more del giudizio di opposizione agli atti esecutivi contro di essa proposta dal terzo pignorato, non comporta né la caducazione dell’ordinanza di assegnazione, né la cessazione ipso iure della materia del contendere nel giudizio di opposizione. Non spetta, peraltro, al giudice dell’opposizione stabilire se gli eventuali pagamenti compiuti dal terzo pignorato in esecuzione dell’ordinanza di assegnazione siano o meno efficaci, ai sensi dell’art. 44 l. fall., in considerazione del momento in cui vennero effettuati.  
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Opposizione all’esecuzione: non c’è violazione di legge se il Giudice assegna un termine superiore a tre mesi per l’introduzione del giudizio di merito

In tema di opposizione all’esecuzione, il termine che, ai sensi dell’art. 616 c.p.c., il Giudice dell’esecuzione deve assegnare alle parti, all’esito della fase sommaria, per introdurre il giudizio di merito o riassumerlo davanti all’ufficio giudiziario competente deve essere contenuto entro quelli minimo (un mese) e massimo (tre mesi) stabiliti dall’art. 307, comma 3, c.p.c.. Nondimeno, qualora il Giudice erroneamente assegni un termine maggiore, non incorre in decadenza la parte che introduca il giudizio oltre lo spirare dei tre mesi, ma entro il termine concretamente assegnatogli. Infatti, la legge che rimette al Giudice di determinare un termine di decadenza entro un...

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Ogni regola ha la sua eccezione…

Il principio del tempus regit actum incontra un’eccezione nell’ipotesi in cui la normativa di nuova introduzione non si limiti a modificare le modalità esecutive della pena, ma operi una trasformazione della sua natura, con conseguente incidenza diversa – di questa – sulla libertà personale del condannato.  
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Misura cautelare in carcere per chi perseguita i vicini di casa

Il reato di atti persecutori è reato abituale e di evento “per accumulo” che si consuma al compimento dell’ultimo degli atti della sequenza criminosa integrante l’abitualità del reato; il termine finale di consumazione, in presenza di una contestazione “aperta”, coincide con quello della pronuncia della sentenza di primo grado, pertanto, è possibile ampliare l’imputazione alle ulteriori condotte realizzate successivamente all’esercizio dell’azione penale.  
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