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Law-Firm News

LAW FIRM - STUDIO LEGALE PAOLO SPATARO > Law-Firm News (Page 430)

Qual è il termine di decadenza per impugnare se il datore di lavoro non aderisce alla richiesta di tentativo di conciliazione?

Ai sensi dell’art. 6, comma 2, l. n. 604/1966, come modificato dalla l. n. 183/2010, l’esito negativo del componimento stragiudiziale di cui all’art. 410 c.p.c. è determinato dall’immediato rifiuto della controparte di intraprendere la procedura conciliativa, al quale è equiparata la mancata adesione entro il termine di legge. Dal rifiuto espresso del datore di lavoro, comunicato al lavoratore, decorre il termine di decadenza di 60 giorni per il deposito del ricorso giudiziale, senza che sia necessaria alcuna comunicazione al lavoratore della chiusura della procedura ex art. 410 c.p.c..
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Estinzione del reato: quando il giudice può pronunciare la sentenza di assoluzione?

Ove ci sia una causa estintiva del reato, il giudice è legittimato a pronunciare sentenza di assoluzione soltanto nei casi in cui le circostanze idonee ad escludere l’esistenza del fatto, la commissione del medesimo da parte dell’imputato e la sua rilevanza penale emergano dagli atti in modo assolutamente non contestabile. Inoltre, nel giudizio in Cassazione, relativo a sentenza che ha dichiarato la prescrizione del reato, non sono rilevabili né nullità di ordine generale, né vizi di motivazione della decisione impugnata.
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Violazione antisismica? Niente revoca dell’ordine di demolizione

In tema di reati edilizi, il conseguimento del permesso di costruire in sanatoria ai sensi dell’art. 36 d.P.R. n. 380/2001 comporta l’estinzione dei reati contravvenzionali previsti dalle norme urbanistiche vigenti, ma non di quelli previsti dalla normativa antisismica e sulle opere di conglomerato cementizio, con la conseguenza che il giudice dell’esecuzione non può revocare l’ordine di demolizione dell’opera abusiva, se non adeguata in tutti i suoi aspetti (sia per le violazioni formali e sia per quelle sostanziali) alla normativa antisismica, poiché l’opera non risulta sicura per l’incolumità delle persone e delle cose.  
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Sequestro preventivo: quali sono i limiti della legittimazione attiva del curatore fallimentare in materia cautelare reale?

La questione di diritto rimessa alle Sezioni Unite: se il curatore fallimentare sia legittimato a chiedere la revoca del sequestro preventivo finalizzato alla confisca e ad impugnare i provvedimenti in materia cautelare reale quando il vincolo penale sia stato disposto prima della dichiarazione di fallimento.  
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Patrocinio legale per non abbienti e giudice competente a liquidare le spese del giudizio in Cassazione: rimessione alle Sezioni Unite

Rimessa alle Sezioni Unite la questione inerente alla individuazione del giudice competente a provvedere, per il giudizio in Cassazione, sulla liquidazione delle spese processuali sostenute dalla parte civile ammessa al patrocinio a spese dello Stato (art. 541 c.p.p.) nonché ad emettere, sempre per il giudizio di legittimità, il decreto di liquidazione degli onorari e delle spese al difensore della parte civile ammessa al patrocinio ex art. 83, comma 2, d.P.R. 30 maggio 2002, n. 115.
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I misteri di Cassa Forense

I misteri di Cassa Forense
Anche per il 2019 Cassa Forense continuerà a utilizzare l’ALM – Asset Liability Management – come strumento di gestione ottimale delle proprie attività e passività in linea di tendenza con i suggerimenti prudenziali espressi sia dai Ministeri Vigilanti che dalla COVIP in materia di gestione del patrimonio (bilancio preventivo 2019, pag. 3). Ma il Report ALM non viene reso pubblico.  
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Affidamento in prova: illegittima la prescrizione risarcitoria che non consideri la concreta capacità economica del condannato

L’ammissione alla misura alternativa dell’affidamento in prova al servizio sociale non può essere condizionata dalle prescrizioni risarcitorie quando esse non tengano conto della concreta capacità economica del condannato, poiché incongrue rispetto alla finalità rieducativa della misura.  
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La regola e l’eccezione: domicilio digitale e la notifica al difensore in cancelleria

In materia di notificazioni al difensore, a seguito dell’introduzione del domicilio digitale (art. 16-sexies d.lgs. n. 179/2012) che corrisponde all’indirizzo PEC che ciascun avvocato ha indicato al Consiglio dell’Ordine di appartenenza, non è più possibile procedere, ai sensi dell’art. 82 r.d. n. 37/1934, alle comunicazioni o alle notificazioni presso la cancelleria dell’ufficio giudiziario innanzi al quale pende la lite. Ciò vale anche laddove il destinatario abbia omesso di eleggere domicilio nel comune in cui il medesimo ufficio ha sede, a meno che, oltre a tale omissione, non ricorra altresì la circostanza che l’indirizzo di posta elettronica certificata non sia accessibile...

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