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E’ estorsione, e non truffa, prospettare un male ‘immaginario’ se lo stesso viene configurato come dipendente dall’agente

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E’ estorsione, e non truffa, prospettare un male ‘immaginario’ se lo stesso viene configurato come dipendente dall’agente

delitti contro il patrimonio | 03 Agosto 2018

E estorsione, e non truffa, prospettare un male immaginario se lo stesso viene configurato come dipendente dallagente

di Alfredo De Francesco – Avvocato

Certamente la prospettazione di taluni “mali” può spaventare alcuni più di altri, ma se non è possibile considerare “male”, dal punto di vista oggettivo, ciò che viene prospettato, allora non sussiste la minaccia. L’esempio classico è la minaccia condita da “magia” magari anche nera oppure la prospettazione di calamità di ogni genere o persino di “rubare l’anima” . Tutti concetti che sicuramente hanno un significato ed anche un sostrato, ma che non corrispondono ai canoni di probabilità (id est di possibilità di essere oggetto di prova in senso tecnico) e che quindi devono considerarsi “pericoli immaginari”.

(Corte di Cassazione, sez. II Penale, sentenza n. 37526/18; depositata il 2 agosto)