Giurisprudenza costituzionale ed inefficienze del SSN: i temi centrali della riunione straordinaria della Consulta
Durante la riunione straordinaria della Corte costituzionale tenutasi ieri, il Presidente Giancarlo Coraggio si è espresso sull’attività della giurisprudenza costituzionale.
Egli ha sottolineato che «grazie alla piena operatività della Corte, non solo il numero di decisioni è stato sostanzialmente analogo a quello dell’anno precedente, e in linea con quello degli ultimi cinque, ma si sono anche ridotti i tempi di conclusione dei giudizi, scesi, per quelli incidentali, da circa un anno ad otto mesi», ma ha aggiunto che «il risultato è stato favorito dal minor numero degli atti di promovimento rispetto all’anno precedente (ma in aumento rispetto al 2017 e al 2018), diminuzione presumibilmente dovuta alle difficoltà operative in cui la giurisdizione comune è venuta a trovarsi e tuttora si trova a causa dell’emergenza sanitaria».
Per ciò che attiene al contenzioso, ha evidenziato che «anche nel 2020 i giudizi incidentali sono stati numerosi (circa il 58% del totale), con prevalenza, ovviamente, di quelli promossi dai 6 giudici ordinari; sono peraltro in costante aumento le questioni sollevate dai giudici speciali e, in particolare, dalla Corte dei conti in sede di parificazione dei rendiconti» e che vi è stata «una riduzione dei conflitti intersoggettivi, ai minimi storici dal 2006, ed un aumento dei conflitti tra poteri. Quanto ai giudizi principali, colpisce, comunque, il numero ancora elevato del contenzioso tra Stato e Regioni che − come è stato rilevato in tutte le relazioni degli ultimi anni – affonda le sue radici nella revisione del titolo V della parte II della Costituzione, i cui problemi applicativi non si possono dire ancora risolti, malgrado l’ormai ventennale impegno della Corte nella regolazione del riparto delle rispettive competenze».
Tra i vari temi affrontati durante la riunione straordinaria vi è anche quella del SSN. Nella Relazione è stato sottolineato infatti che «la peculiarità di un servizio sanitario nazionale ma a gestione regionale richiede un esercizio forte, da parte dello Stato, del potere di coordinamento e di correzione delle inefficienzeregionali: un esercizio inadeguato di questo potere non solo comporta rischi di disomogeneità ma può ledere gli stessi livelli essenziali delle prestazioni, sul cui rispetto, anche nel 2020, la Corte si è più volte soffermata. Questo problema di fondo si è riproposto nel contesto attuale, pure caratterizzato dalla competenza esclusiva dello Stato in materia di profilassi internazionale, competenza che avrebbe dovuto garantire quell’unitarietà di azione e di disciplina che la dimensione nazionale dell’emergenza imponeva e tutt’ora impone».
Qui la Relazione della Corte Costituzionale del 13 maggio 2021, relativa allattivit 2020