Italian Italian English English Arabic Arabic
Search

I numeri del Rapporto Censis sull’avvocatura italiana

LAW FIRM - STUDIO LEGALE PAOLO SPATARO > Law-Firm News  > I numeri del Rapporto Censis sull’avvocatura italiana

I numeri del Rapporto Censis sull’avvocatura italiana

Dal «Rapporto annuale sull’avvocatura italiana» realizzato dal Censis per la Cassa Forense, presentato a Roma da Giorgio de Rita, Segretario Generale del Censis e Andrea Toma del Censis e discusso da Nunzio Luciano, Presidente della Cassa Forense e Antonio Tajani, Presidente del Parlamento Europeo, con Francesco Giorgino, è emersa una valutazione sulle caratteristiche generali della professione, sull’aumento dell’avvocatura «rosa» e sulle distribuzioni del reddito degli iscritti agli albi e alla Cassa Forense.

Incremento ridotto degli iscritti. Dai dati del Rapporto emerge che «tra il 1995 e il 2017 in numero di iscritti all’Ordine degli Avvocati è cresciuto di poco meno di 160.000 unità (+192% nel periodo), raggiungendo i 243.000 professionisti, cioè 4 avvocati ogni mille abitanti (contro un solo avvocato ogni mille abitanti nel 1990). Tra il 2016 e il 2017 l’incremento è stato molto meno contenuto: +0,4%, mente era stato del +1,9% nel 2016 rispetto al 2015». Si sottolinea, quindi, nella fase attuale un ridimensionamento del ciclo di crescita quantitativa della professione.

Il Presidente nazionale dell’Aiga, Associazione Italiana Giovani Avvocati, avv. Alberto Vermiglio, ha commentato il dato precisando che si tratta di «numeri che non devono preoccupare. Piuttosto siano stimolo per chi vuole intraprendere la professione».

La crescita dell’avvocatura «rosa». Nell’arco di circa vent’anni le donne che hanno intrapreso la professione forense sono aumentate di quasi «95.000 unità rispetto all’incremento di 64.700 uomini», facendo così passare l’avvocatura da un professione nettamente maschile quale era ad una attualmente distribuita in maniera quasi paritaria.

Infatti nel 1995 le donne rappresentavano il 25% del totale dei legali, oggi costituiscono il 47,8%.

Alcuni numeri sui redditi dei professionisti. Dall’analisi risulta che, in media, il reddito annuo degli avvocati iscritti alla Cassa Forense nel 2015 è uguale a quello registrato circa vent’anni prima, così da portare ad una perdita di potere di acquisto pari al 29%. Mentre nel 2016 il reddito annuo medio è stato pari a 38.437 euro, «quasi 100 euro in più rispetto al 2015». In generale, professionisti maschi, ultracinquantenni e residenti al Nord del Paese, hanno un reddito annuo mediamente più alto, e professioniste donne, giovani e residenti nel meridione, hanno un reddito inferiore rispetto alla media nazionale.

Tra il 2015 e il 2016 le differenze di genere sembrano attenuate, «ma il gap generazionale si consolida. Di fatto, solo gli avvocati con età compresa tra i 70 e i 74 anni hanno visto crescere in maniera significativa i propri redditi».

Queste le parole di Nunzio Luciano, presidente di Cassa Forense, «Siamo usciti dalla crisi economica e finanziaria e cominciamo, anche per quanto riguarda l’avvocatura, a ragionare su interventi non più d’emergenza ma prospettici che tengano in considerazione le tre variabili più importanti: quella di genere, quella anagrafica e quella del reddito, sia pur più sfumata rispetto al passato».