Inaugurato l’anno giudiziario tributario 2018
La relazione del Presidente del Consiglio della Giustizia Tributaria. Nella giornata di ieri si è svolta, presso l’Aula Magna della Suprema Corte di Cassazione, la cerimonia annuale di inaugurazione solenne dell’anno giudiziario tributario 2018.
Ad aprire gli interventi, la relazione del Presidente del Consiglio di Presidenza della Giustizia Tributaria – Mario Cavallaro – che ha sensibilizzato le forze politiche che daranno vita al prossimo Parlamento: «sensibilità verso le problematiche della giustizia tributaria, nel tentativo di compiere definitivamente la costruzione di una giurisdizione regolatrice del conflitto tra cittadino ed erario che sia rispettosa dei principi costituzionali e che si ispiri a principi di terzietà, autonomia e indipendenza».
Continua il Presidente «i più volte annunciati tavoli, tecnici o politici, si sono a qualunque livello rivelati privi delle gambe per fare anche solo un passo in avanti». Rimane così la necessità, «piuttosto che dell’ennesima riforma epocale da declamare con enfasi», di una «robusta manutenzione straordinaria», con un «quadro normativo di riferimento del tutto nuovo».
Questione dei compensi ed efficienza della magistratura. Un sistema «farraginoso e inefficace», queste le parole del Presidente del CPGT, che non è contrario al mantenimento della quota premiale, l’importante, spiega, che non sia legata al lavoro delle Commissioni bensì al «lavoro individuale».
Mario Cavallaro si è poi soffermato su alcuni dati statistici relativi all’efficienza della magistratura tributaria: scende il totale dei ricorsi presentati, nel 2015 erano 258mila, nel 2017 212mila.
L’auspicio è che questo trend possa subire un’ulteriore accelerata nei prossimi anni, con l’allargamento della mediazione obbligatoria alle controversie con valore fino a 50mila euro. Anche perché la maggior parte dei ricorsi presentati riguardano valori modici: oltre 80mila fino a 2.582 euro, 60mila tra 2.582 e 60mila euro, solo 3.739 oltre il milione di euro.
Ulteriore dato riguarda il numero dei Giudici operativi che al 31 dicembre scorso era di 3.023 (1.637 togati, 1.386 laici), oltre 1.600 in meno rispetto a quanto prevede la pianta organica, ma nonostante questo, ha sottolineato Cavallaro, le Corti territoriali «sbrigano ormai diffusamente gli affari assegnati in tempi brevi o brevissimi», riuscendo a smaltire il carico di lavoro efficacemente (da 417mila a fine 2017, alle 530mila del 2015).
MEF e giurisdizione tributaria. Altra questione di grande importanza trattata durante la cerimonia è la dipendenza dal MEF della giurisdizione tributaria: «è evidente che il MEF sia strutturalmente portatore di esigenze del tutto legittime, ma in contrasto con gli scopi della giurisdizione e divergenti da essa». Per assicurare «totale terzietà, autonomia e indipendenza, bisognerebbe allocare la magistratura tributaria sotto l’alta sorveglianza del Ministero della Giustizia o della Presidenza del Consiglio».
In conclusione non si può che constatare un’assoluta spinta positiva dei risultati raggiunti dalla giurisdizione tributaria, sottolineando che non si tratta di una «materia di nicchia» ma «estremamente importante, anche in termini di risorse, per la collettività».
(Fonte: iltributario.it)