Inviato al Parlamento lo schema di decreto sulla rimodulazione delle tariffe delle intercettazioni
Un gruppo di lavoro istituito dal Ministero della Giustizia è stato incaricato di verificare le condizioni di un risparmio nel rispetto degli standard di servizio da garantire agli uffici giudiziari, portando avanti un’attività di ricognizione, di analisi e di elaborazione dei dati al fine di adeguare i costi dei servizi, collegandoli a quelli sostenuti attualmente dagli operatori del settore.
In base alla suddetta indagine, con il nuovo listino il risparmio stimato sarebbe pari a circa 10 milioni, contro la spesa di giustizia per le intercettazioni dello scorso anno di circa 191 milioni.
Per tale ragione, a seguito dell’indagine è stato trasmesso alle commissioni parlamentari competenti lo schema di decreto interministeriale (da emanare insieme al MEF) riguardante l’individuazione delle prestazioni funzionali alle operazioni di intercettazione e alla determinazione delle tariffe relative. I servizi presi inconsiderazione sono quelli non realizzati dagli operatori di telecomunicazione (intercettazioni tra presenti, video-riprese, monitoraggi informatici), poiché il luogo fisico della captazione si trova al di fuori del loro dominio.
Si precisa che per la maggior parte dei servizi non è stato stabilito un importo fisso ma un range tra minimo e massimo, in base al quale la tariffa per ogni tipo di prestazione non dovrà essere superiore al costo medio rilevato nei 5 centri distrettuali con il maggiore indice di spesa per intercettazioni.