La CEDU condanna l’Italia: niente carcere per Sallusti per aver pubblicato notizie false
La vicenda. Nel 2007 il giornalista pubblicò due articoli in cui rimarcava come una tredicenne fosse stata obbligata ad abortire dai genitori e dal giudice tutelare che aveva autorizzato l’interruzione della gravidanza. Lo stesso giorno l’Ansa, i notiziari RAI ed altri media smentirono le pressioni e sottolinearono come l’aborto fosse una libera scelta della minore. Il giudice lo querelò e fu condannato per diffamazione aggravata ed omesso controllo sul contenuto degli articoli ad una multa ed ad una pena detentiva che fu giustificata dai giudici dei diversi gradi sulla base di circostanze eccezionali e di aggravanti: era recidivo, aveva attribuito un fatto specifico ad una persona e le fake news avevano indebolito la credibilità «di un membro della magistratura». Il Presidente della Repubblica, riprendendo i principi della CEDU sulle pene privative della libertà inflitte ai giornalisti, commutò la pena in ammenda e scontò 21 giorni ai domiciliari, «perché c’era rischio di fuga».
Violato l’art. 10 Cedu. Se da un lato la CEDU concorda con le nostre autorità riconoscendo che il giornalista è venuto meno ai suoi doveri etici, ha leso la privacy dei protagonisti, reso meno credibile il giudice tutelare ed ha omesso di rettificare le notizie fornite, dall’altro, afferma che infliggergli il carcere per queste trasgressioni è una pena eccessiva e sproporzionata. Sono irrilevanti la sospensione della pena, l’intervenuta grazia del Presidente (estingue la pena, non il reato) ed i recenti interventi per tutelare i giornalisti evitando loro il carcere, poiché la pena detentiva può essere inflitta, con le dovute cautele, solo se scrivono pezzi che incitano all’odio, anche razziale ed alla violenza. In tutti gli altri casi è lesiva del ruolo fondamentale che i giornalisti svolgono in una democrazia e della loro libertà di opinione/stampa. L’Italia dovrà risarcire Sallusti con 17mila euro (danni, spese di lite ed oneri accessori).
Sul tema vedi risoluzione dell’Assemblea Parlamentare del COE n.1920/13 (Lo stato della libertà dei media in Europa) e Parere n.715/13 (Parere sulla legislazione sulla diffamazione in Italia”) della Commissione Venezia: Belpietro c. Italia, Ricci c. Italia e Peruzzi c. Italia nei quotidiani dell’8/10/13, 25/9/13 e 30/6/15; Cass. pen. 12203/14 sul divieto di carcere per il giornalista che diffonde notizie false nel quotidiano del 30/3/14.
Qui la sentenza della CEDU, Sezione Prima, del 7 marzo 2019, caso Sallusti c. Italy (ric. 22350/13)