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Macchina per cucire e etichette di marchi noti detenuti in una camera: inevitabile la condanna
contraffazione | 01 Marzo 2019
Macchina per cucire e etichette di marchi noti detenuti in una camera: inevitabile la condanna
di La Redazione
Confermata la responsabilità di un uomo originario del Senegal. A inchiodarlo il blitz effettuato nell’appartamento da lui condiviso con altri soggetti. Impossibile escludere che l’inequivocabile materiale rinvenuto fosse a lui attribuibile. Inutile anche il richiamo difensivo alla presunta grossolanità della contraffazione.

(Corte di Cassazione, sez. II Penale, sentenza n. 8783/19; depositata il 28 febbraio)