Non si è ricchi abbastanza per sostenere le promesse previdenziali
Del bilancio si possono fare commenti entusiastici, come quelli pubblicati dal management di Cassa Forense, o come quello che Vi propongo io.
Quanto alla demografia
Andamento della gestione previdenziale. Il numero degli iscritti alla Cassa, alla fine del 2017, si è attestato su 242.235 unità, di cui n. 13.030 pensionati attivi.
Tale numero è da considerarsi stabilizzato in quanto si sono esauriti gli effetti delle norme transitorie previste dall’art. 12 del regolamento di attuazione dell’art. 21, l. 247/2012 per quanto riguarda i benefici previsti in caso di cancellazione dagli Albi entro i 90 giorni dalla comunicazione della delibera di iscrizione alla Cassa.
A tale proposito appare importante sottolineare come, a fronte dell’intera platea degli iscritti quelli che sono tenuti a pagare per intero i contributi minimi sono circa 132.000. Oltre 110.000 iscritti, infatti, nel 2017, hanno fruito delle numerose agevolazioni previste dal regolamento ex art. 21 e dalla normativa previgente (riduzione per i primi anni di iscrizione, esonero ex art. 10 e per i pensionati di vecchiaia, ecc…).
La spesa per pensioni. La spesa complessiva per pensioni si è attestata, nel 2017, a circa 802 milioni di euro, con un incremento, rispetto allo scorso esercizio, di circa l’1,7%.
Il numero di trattamenti previdenziali complessivamente erogati dalla Cassa è passato dai 27.988 al 31/12/2016, ai 28.351 al 31/12/2017 con un incremento di circa il 1,3%.
In lieve aumento anche il gettito per i contributi minimi soggettivo e integrativo accertati nel 2017 (€ 566.151.470) a fronte di quelli accertati per il 2016 (€ 548.397.065) nonostante le numerose agevolazioni previste dal regolamento ex art. 21, l.247/2012 e, in particolare, dal suo regime transitorio.
I controlli sugli evasori. Già da alcuni mesi è in funzione la modalità di controllo on line per i redditi dichiarati da singoli iscritti. A fine 2016 e nel corso de 2017 sono state avviate anche le prime contestazioni massive per coloro che non risultano aver inviato alla Cassa i redditi, a partire dall’annualità di imposta 2008.
Si conta che sia possibile, nel corso del 2018, stanare eventuali evasori totali, avviando nei loro confronti le prime procedure di recupero di una attività che sarà portata a regime nell’ambito di un progetto pluriennale. In ogni caso si ritiene che tale attività possa costituire un utile deterrente al fenomeno del mancato, tempestivo, invio del mod. 5 che, ogni anno, riguarda circa 20.000 professionisti.
I crediti di Cassa Forense verso gli iscritti. Per quanto riguarda i carichi pendenti a ruolo dal 2000 in poi (ruoli post riforma) ammontanti, al 31/12/2017, a circa 552 milioni di euro, va ricordato che la Legge di conversione n. 172/17 del decreto fiscale sulla rottamazione bis ha ulteriormente fatto slittare il termine per la presentazione delle comunicazioni di inesigibilità che nella Legge 193/2016 sulla definizione agevolata, al comma 12-bis dell’art. 6 dettava: «le comunicazioni di inesigibilità relative a quote affidate agli agenti della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2015, sono presentate, per i ruoli consegnati negli anni 2014 e 2015, entro il 31 dicembre 2019 e, per quelli consegnati fino al 31 dicembre 2013, per singole annualità di consegna partendo dalla più recente, entro il 31 dicembre di ciascun anno successivo al 2019».
Oggi tali termini sono stati rivisitati e, quindi, entro il 31/12/2021 verranno presentate le comunicazioni di inesigibilità relative ai ruoli 2016 e 2017 mentre per quelli consegnati fino al 31 dicembre 2015, per singole annualità di consegna partendo dalla più recente, entro il 31 dicembre 2022. Questo significa che per avere le comunicazioni di inesigibilità del ruolo 2000, escludendo ulteriori proroghe, si dovrà attendere l’anno 2037.
Per completezza di informazione si precisa che i residui a ruolo, non riscossi per il periodo 2000/2017 ammontano, come già detto, a circa 552 milioni di euro, di cui circa 47 milioni di euro riferiti al solo ruolo 2017 e oltre 12 milioni di euro già in contenzioso.
Tale importo, pur leggermente inferiore, in valore assoluto, rispetto a quello dello scorso anno (601 milioni di euro) potrebbe essere significativamente ridotto a seguito dell’adesione di parte degli iscritti alla c.d. “rottamazione dei ruoli” poi rinnovata con la c.d. “rottamazione bis”.
Con la delibera dell’8 febbraio 2017, infatti, il Consiglio di Amministrazione, ha preso atto dell’applicabilità della normativa prevista dal d.l. n. 193/2016, convertito con legge 225 del 1° dicembre 2016, anche alle somme iscritte da Cassa Forense nei ruoli relativi al periodo 2000/2016. Tali somme, pertanto, potranno essere versate, dai soggetti interessati, con le modalità e i termini previsti dall’art. 6 del citato decreto, previa domanda di adesione alla procedura di definizione agevolata, da formulare, entro i termini di legge, (recentemente prorogati dal citato Decreto fiscale convertito con legge 172/2017) direttamente al Concessionario, assumendo l’impegno a rinunciare ad eventuali giudizi pendenti.
Crediti residui per ruoli ante riforma. Relativamente ai crediti verso gli agenti della riscossione, per i ruoli ante riforma (ruoli fino al 1999 compreso) gli stessi sono tutti affidati all’Ufficio del Contenzioso legale per le azioni di recupero.
Si ricorda, infatti, che, oltre alle cause già in essere per procedure fallimentari e quant’altro, con la delibera del Consiglio di Amministrazione del 3 luglio 2008, l’Ente ha trasferito al Servizio Legale n. 98 posizioni (= agenti della riscossione) per il recupero dei crediti tramite decreti ingiuntivi relativi per lo più ai ruoli 1998 emissione novembre e 1999 ordinario del complessivo importo di circa € 21.400.000,00. Nell’anno 2017 gli incassi relativi a tali attività sono ammontati ad euro 97.137,87 di quota capitale che, sommati a quelli degli anni precedenti, portano ad una percentuale di incasso di circa il 32,71% (sul totale decreti ingiuntivi).
Di seguito si espone la situazione al 31 dicembre 2017 dei crediti residui della Cassa per ruoli ante riforma, dove il carico è dato dalla somma per ogni anno sia del ruolo ordinario che suppletivo, mentre i residui sono espressi con riferimento al carico di ogni singolo ruolo:
Ruoli post riforma (ruoli dal 2000 al 2017). Con riferimento ai crediti residui dei ruoli interamente al semplice riscosso, ammontanti, al 31 dicembre 2017 a complessivi € 552.874.004,21 si deve tenere in considerazione quanto segue:
• vigono al 31 dicembre 2017 sospensive per euro 16.875.302,73;
• la legge di conversione n. 172/17 del decreto fiscale sulla rottamazione bis ha ulteriormente fatto slittare il termine per la presentazione delle comunicazioni di inesigibilità che nella Legge n. 193/2016 sulla definizione agevolata, al comma 12-bis dell’art. 6 dettava : “ le comunicazioni di inesigibilità relative a quote affidate agli agenti della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2015, sono presentate, per i ruoli consegnati negli anni 2014 e 2015, entro il 31 dicembre 2019 e, per quelli consegnati fino al 31 dicembre 2013, per singole annualità di consegna partendo dalla più recente, entro il 31 dicembre di ciascun anno successivo al 2019”. Oggi tali termini sono stati rivisitati e, quindi, entro il 31.12.2021 verranno presentate le comunicazioni di inesigibilità relative ai ruoli 2016 e 2017 mentre per quelli consegnati fino al 31 dicembre 2015, per singole annualità di consegna partendo dalla più recente, entro il 31 dicembre successivo al 2021. Questo significa che per avere le comunicazioni di inesigibilità del ruolo 2000, escludendo ulteriori proroghe, si dovrà attendere l’anno 2037;
• per i discarichi delle quote rottamate a seguito della definizione agevolata, si dovrà attendere il 2019 ovvero la conclusione dei versamenti rateali di detta rottamazione.
Con l’occasione si rappresenta che i ruoli della Cassa interessati dalla definizione agevolata sono quelli dal 2000 al 2016 compresi nonostante la legge di conversione n. 172/2017 abbia ampliato fino ai ruoli emessi al 30 settembre 2017.
Come già rappresentato, infatti, la Cassa ha emesso il ruolo 2017, come di consueto, nel mese di ottobre.
Il seguente prospetto rappresenta la situazione, al 31 dicembre 2017, dei crediti della Cassa per ruoli post riforma:
L’assistenza di Cassa Forense. La spesa complessiva per l’Assistenza effettivamente sostenuta dalla Cassa nel 2017, esclusa l’indennità di maternità, ammonta a circa 63 milioni di euro a fronte dei circa 41 dell’anno precedente.
Le voci che hanno maggiormente contribuito a tale spesa sono la polizza sanitaria (€ 19.725.357,67), le prestazioni a sostegno della professione (€ 24.512.102) e le prestazioni a sostegno della famiglia (€ 7.051.500).
Per quanto riguarda i bandi 2017 vanno ricordati:
• Bando per l’assegnazione di borse di studio ad orfani;
• Bando per l’assegnazione di borse di studio per figli di iscritti, che frequentano corsi Universitari;
• Bando per la concessione di contributi in favore di iscritti con figli nati, adottati nell’anno 2017;
• Bando per la concessione di provvidenze in favore degli iscritti con figli al primo anno della scuola secondaria
• superiore;
• Bando per contributi in favore di famiglie numerose;
• Bando per contributi in favore di famiglie monogenitoriali;
• Bando per l’erogazione di contributi per spese di ospitalità in case di riposo o istituti di ricovero per anziani,
• malati cronici o lungodegenti;
• Bando per la concessione di contributi in favore di iscritti con figli in asili nido e/o primo anno scuole
• materne;
• Bando di concorso per il rimborso per acquisto di nuovi strumenti informatici per lo studio legale;
• Bando per l’acquisizione di specifiche competenze professionali
• Bando per l’assegnazione di borse di studio per l’acquisizione del titolo di Cassazionista;
• Bando per contributi per progetti formativi di alta specializzazione (riservato a Ordini, Associazioni e CPO);
• Bando per contributi per progetti finalizzati alla semplificazione e modernizzazione dei processi lavorativi
• (riservato a Ordini, Associazioni e CPO).
La partecipazione a questi bandi è stata molto elevata e ha comportato l’accoglimento di un numero di domande stimabile in circa 8.000.
Funding ratio da modello ALM. Si ricorda che, dopo ampi approfondimenti e confronti sia interni che con l’Advisor ex post e l’Attuario esterno dott. Coppini, il CDA ha approvato in data 03.05.2017 il modello da applicare per il calcolo del Funding Ratio, individuando la metodologia ABO (Accrued Benefit Obligation) come maggiormente rappresentativa per monitorare (in funzione del nostro sistema previdenziale) il grado di capitalizzazione del sistema.
In considerazione della funzionalità di tale indicatore il CdA ha altresì stabilito che:
• l’Attuario esterno effettua il calcolo del Funding Ratio annuale utilizzando l’ipotesi di attualizzazione in linea con le indicazioni ministeriali del Bilancio tecnico; tale logica di quantificazione viene utilizzata per la redazione del documento “Piano degli indicatori e dei risultati attesi” da allegare al bilancio consuntivo in quanto reso obbligatorio dal DM del 27/3/2013 in ottica di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle amministrazioni pubbliche.
• il risk Advisor ex-post, incaricato dell’aggiornamento dell’ALM e della definizione dell’AAS, utilizzando i dati del passivo potenziale forniti dall’attuario determina il Funding Ratio (a 30 e 50 anni), applicando ipotesi più propriamente “finanziarie”, utilizzando curve di sconto coerenti con il raggiungimento di obiettivi di capitalizzazione a lungo termine.
Essendosi modificato il metodo è opportuno ricordare che il Funding ratio calcolato dal Dott. Coppini si basa sulla curva di attualizzazione prevista dal bilancio tecnico dell’anno di riferimento mentre le curve adottate dall’Advisor sono di estrazione finanziaria (Risk free- Europe Corporate A- titoli di stato Italia).
La tabella sottostante riporta i valori del Funding Ratio ricalcolati dall’Attuario esterno, il dott. Coppini, dal 2014 con l’aggiornamento richiesto per l’anno 2017:
La tabella seguente riporta, invece, i valori del Funding Ratio ricalcolati dal Risk Advisor ex post Mangusta Risk dal 2015:
L’attuario di Cassa Forense, dott. Luca Coppini, ha calcolato il funding ratio della Cassa Forense al 31.12.2016.
È necessario premettere che il funding ratio, costituito come rapporto tra il complesso delle attività e quello delle passività è, in generale, destinato a valutare, a una certa data, il livello di copertura di un trattamento previdenziale.
Cassa Forense dispone di un patrimonio accumulato e quindi è interessante valutare quale garanzia (e non equilibrio) questo patrimonio è in grado di fornire agli iscritti.
Il funding ratio al 31.12.2016 è il seguente:
Per Cassa Forense, la cui gestione tecnico finanziaria è a ripartizione, il funding ratio costituisce un indicatore del grado di capitalizzazione del sistema e una parziale misura del livello di garanzia per gli iscritti attivi e pensionati.
Nel caso di specie la patrimonializzazione garantisce le promesse previdenziali al 32,6% ma va considerato che Cassa Forense, con la privatizzazione, ha rinunciato alla garanzia finale dello Stato.
Si tratta quindi di chiedersi se questa garanzia sia sufficiente per gli iscritti di Cassa Forense.
Non è un problema campato in aria ma realisticamente fondato sui numeri.
Schemi di sintesi. Il risultato dell’esercizio ammonta a 915 milioni di euro.
L’avanzo risulta dallo stato patrimoniale, secondo il seguente schema di sintesi, riclassificato al netto degli specifici fondi di ammortamento e di svalutazione (importi in migliaia di euro):
nonché dal conto economico, qui esposto riclassificato ed in forma scalare con evidenza separata del saldo previdenziale e di quello gestionale (importi in migliaia di euro):
Indici e rapporti rilevanti. Per la loro particolare rilevanza sono esposti, come di consueto, i rapporti tra patrimonio netto ed entrate contributive, da un lato, e prestazioni pensionistiche e totale delle prestazioni, dall’altro:
Per una piena comprensione dell’andamento degli indicatori si ritiene opportuno integrare l’analisi con il confronto tra i dati risultanti dal bilancio tecnico al 31 dicembre 2014 (sulla situazione specifica dell’ente) e quelli emergenti dal consuntivo in commento.
I valori risultano coerenti, tenuto conto dei diversi criteri che presiedono alla formazione dei documenti, in particolare del tasso di rendimento reale adottato nell’elaborazione del bilancio tecnico, minore di quello storicamente constatato.
La tabella, a mio giudizio, più significativa è quella del rapporto ENTRATE CONTRIBUTIVE/TOTALE PRESTAZIONI che non lascia indifferenti!!
Come mi ha scritto un mio amico che di previdenza professionale se ne intende: «Più che cliccare su mi piace si dovrebbe capire come colmare questo gap. La gente ancora non si rende conto che nonostante 11 mld di patrimonio non si è ricchi abbastanza per sostenere le promesse previdenziali. Anche perché le leve a disposizione non sono molte: o si lavora sul fronte delle prestazioni tagliando, ma solo per il futuro, o si lavora sul fronte delle entrate contributive o un mix delle due opzioni. Altre opzionali sono solo palliativi di facciata».